Le lezioni di Odaka Yoga sono effettuate con uno stile “liquido”, attraverso l’incontro del fluire dell’energia interiore che deriva dalla pratica delle arti marziali con lo spirito Zen della pace mentale.
La pratica diventa energia in movimento senza soluzione di continuità, come quello delle onde del mare, un processo senza interruzione fra una posizione e l’altra.
Odaka Yoga nasce ispirandosi al moto ondoso dell’oceano con l’obiettivo di ricreare, all’interno della pratica, la stessa circolarità e fluidità tipica dell’acqua, elemento che non ha forme, ma può assumere tutte le forme. La pratica, nel suo complesso, è quindi un flow dinamico, dove gli asana dello yoga tradizionale si fondono e si collegano grazie all’unione di questi movimenti a onda, i quali permettono di raggiungere le posizioni in modo più fluido, armonioso e sicuro. I movimenti circolari che vengono riprodotti nella pratica di Odaka Yoga hanno anche e soprattutto una funzione biomeccanica: il loro scopo, oltre a rendere la pratica fluida e armoniosa, è quello di stabilizzare e mobilizzare le principali articolazioni, permettendo al nostro corpo di allinearsi in modo corretto e, conseguentemente, di utilizzare tutta la muscolatura necessaria a sostegno della posizione, soprattutto quella profonda.
L’aspetto della centralità
Uno degli aspetti fondamentali della pratica di Odaka Yoga, è la centralità. Ogni movimento che viene effettuato durante la pratica parte da un punto molto preciso, situato tre dita sotto l’ombelico e tre dita in profondità, chiamato Tanden (ciò che, banalmente, in Occidente chiamiamo baricentro). E’ il luogo dove risiede la nostra energia e al quale la nostra energia ritorna dopo essersi estesa verso ogni estremità del nostro corpo. Nella pratica di Odaka Yoga ogni movimento si orgina quindi dal Tanden per espandersi al resto del corpo, verso le estremità, per poi ritornare da quelle stesse estremità al nucleo centrale. L’aspetto della centralità è fondamentale anche per l’evolversi dell’atteggiamento del praticante. Il Tanden è, infatti, il luogo in cui la nostra mente rimane immobile, senza fluttuazioni mentali, nonostante il caos che ci circonda: il nostro centro.
Lo spirito del guerriero
«Non mi addestro per combattere, per vincere o per perdere. Sono imperturbabile: il nemico non si accorge di me, né io di lui». Odaka Yoga ha come uno dei suoi pilastri fondanti il Bushido, la via del Guerriero. Partendo proprio dal Tanden, dal nostro nucleo centrale, la pratica mira quindi a ricreare l’atteggiamento tipico di un guerriero sul campo di battaglia, flessibile, fluido, integrato e con un’elevata capacità di adattamento. Il corpo si muove come un fluido, laddove la pratica crea spazio e possibilità, permettendo così al corpo stesso di assumere infinite forme. Ma non solo. L’atteggiamento del guerriero e del praticante di yoga diventa fermo e imperturbabile, in un costante stato di attenzione e, al tempo stesso, di calma e pace interiore. Un atteggiamento questo che trova le sue radici nell’aspetto della centralità e che non si verifica solo sul tappetino, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana.
La circolarità e l’importanza della transizione
La pratica di Odaka Yoga permette di ‘curvare la retta’. Ogni movimento a onda che viene eseguito durante la pratica, che si origina dal coccige ed è propedeutico al raggiungimento degli asana, permette al corpo di creare spazio, liberare tensioni ed emozioni e va ad attivare sia la muscolatura antagonista che quella agonista interessata dalla posizione. E’ in questi moti circolari che ritroviamo la biomeccanica del corpo, andando a ricentrare le articolazioni ed eliminando l’eccessivo sforzo di un muscolo rispetto al suo opponente, cosa che si verifica durante una pratica poco integrata. La circolarità insita nel moto a onda permette inoltre di dare ampio respiro e fondamentale importanza all’aspetto della transizione. La mente non è più nella posa da raggiungere, ma rimane immersa all’interno del flusso ondoso, senza preoccuparsi del risultato da raggiungere, ma completamente concentrata nel presente, nel qui e ora. La transizione tra un asana e l’altro che si realizza nel movimento ondoso che, appunto, collega le pose, permette alla mente di acquietarsi, di godersi appieno l’istante senza essere né proiettata al passato né al futuro. La transizione diventa più importante della posa stessa, si verifica senza soluzione di continuità e permette la realizzazione dell’istante di sospensione, un movimento che non ha inizio né fine, dove a sospendersi non è solo il corpo, ma anche e soprattutto la mente.
Il ritmo
La circolarità e il muoversi da e verso il centro (Tanden) crea ritmo all’interno del corpo e permette al prana (energia vitale) di scorrere liberamente verso ogni estremità. Ciò consente al corpo una naturale sudorazione e quindi detossificazione. Questo ritmo ha un importante influsso anche sul naturale moto respiratorio, consentendo al corpo e al respiro di lasciarsi andare in modo naturale, al corpo di lasciarsi andare nel respiro e al respiro di lasciarsi andare nel corpo.
La pratica diviene energia in movimento senza soluzione di continuità, come lo straordinario e incessante fluire delle onde del mare, in un processo senza interruzione fra una posa (asana) e l’altra.