La meditazione di Consapevolezza, o Vipassana, è una antica pratica attraverso cui riscoprire e coltivare una preziosa risorsa nascosta in ciascuno di noi: la presenza silenziosa, vigile, non giudicante, aperta alla vita che si manifesta nel qui ed ora, così com’è.

Attraverso la cura e lo sviluppo di questa consapevolezza possiamo accedere ad uno stato più libero da credenze, pregiudizi, teorie, lasciandoci dietro gli schemi limitanti e compulsivi della mente e del cuore, sorgenti di sofferenza.

Viviamo senza accorgercene: la nostra mente lentamente ma inesorabilmente assorbe l’inquinamento che la circonda. E a sua volta inizia a produrne.

Una mente inquinata, produce un ambiente sociale inquinato, un ambiente naturale inquinato ed un corpo inquinato: sia dalla mente, sia dalla società, sia dall’ambiente.

E’ lui il vero soggetto “debole” sul quale si scaricano gli effetti di questa perversa catena. Peccato che questo “corpo” è quello che ciascuno di noi abita per vivere su questo pianeta. Così si crea un circolo vizioso in cui un corpo inquinato e malato va a sostenere una mente che produce inquinamento in sé e attorno a sé.

Come succede ogni volta che un sistema va sotto stress, l’emergenza del Coronavirus sta evidenziando i limiti della società delle menti inquinate…

La mente di ciascuno di noi è abitata dal fantasma dell’io, che si crede un’entità unica, isolata e sostanziale. E’ questo il nucleo “inquinante” che se, invece di essere in qualche modo contrastato e ridimensionato, viene spinto, pompato, amplificato, provoca la fuoriuscita dell’inquinamento mentale attraverso i pensieri, le scelte ed i comportamenti.

Atti e scelte prima dei singoli, di ciascuno di noi, ma che col tempo diventano dei modelli sociali che iniziano a inquinare le menti altrui, poi l’ambiente sociale e naturale, poi i corpi sia di chi vive in queste menti, sia di quelli che li circondano.

Allora cominciamo a vedere apprezzati e riconosciuti comportamenti altamente inquinanti, come l’autorefernzialità, la ricerca di una vita elitaria, la ricerca dell’autorità, l’autoaffermazione a tutti i costi, l’aggressività mista alla competitività, la produzione di gerarchie strutturate e rigide, la ricerca dell’arricchimento personale (del singolo o dell’azienda) senza etica.

Oggi, grazie anche a questa infezione “globale” del Coronavirus, si evidenziano davanti agli occhi di tutti i danni di questo inquinamento: a partire dai comportamenti dei singoli cittadini, per passare a quello delle persone in vista ed influenti (politici, attori, giornalisti, capi di aziende, ecc.), o dotate di poteri democratici (capi di stato, governatori, rappresentati di istituzioni, direttori di istituti sanitari, ecc.), per finire all’economia e alla società, sia reale che virtuale (quella espressa dai social).

In ogni ambiente e ad ogni livello esiste questo inquinamento. A differenza del Coronavirus, già lo abbiamo tutti. Mi direte che questa storia non è nuova. Infatti non lo è. Sono millenni che l’uomo cerca la strada per superare il suo inquinante mentale. Molte vie sono state tracciate. Alcune funzionano, molte altre no. Ma la differenza oggi la fanno i numeri: su questo pianeta noi umani siamo in tanti e l’inquinamento che fuoriesce dalle nostre menti sta mettendo a rischio la vita sulla Terra.

Il virus, come ogni virus, approfitta delle vulnerabilità dei corpi che lo ospitano per fare il suo lavoro: replicarsi. Il contrasto a questa azione del virus è pertanto data da corpi sani, capaci di sviluppare risposte immunitarie appropriate, ma anche da menti che sanno mettere in atto scelte e comportamenti adeguati a resistere alla tendenza a propagarsi propria del virus. Menti che sappiano uscire dalla stretta dell'”io” e cominciare a cogliere l’interconnessione che caratterizza il nostro organismo globale (quello di Madre Terra) e, così, trovare la lucidità e la forza di uscire dagli automatismi malati ed inquinanti che le caratterizzano.

Allora questo Coronavirus lo possiamo vedere come un segnale, un avvertimento: se vogliamo continuare a vivere su questo pianeta, dobbiamo ridurre l’inquinamento nelle nostra mente (attraverso la meditazione, i momenti di solitudine, la riflessione, il silenzio, il contatto con noi stessi), in modo che anche la società torni ad essere più equa (la diseguaglianza sociale induce in chi si percepisce svantaggiato alterazioni biologiche che abbassano le difese immunitarie e aprono la strada a molte malattie, nonché al Coronavirus), l’ambiente naturale possa tornare a respirare (l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, domestico e alimentare produce nel corpo una risposta infiammatoria permanente che lo indebolisce; i residui chimici presenti nei prodotti che usiamo e mangiamo vanno a disregolare i sistemi endocrino e immunitario) e così il nostro corpo ad essere più sano (alimentazione sana, movimento, sport, prodotti naturali antiinfiammatori, ma anche contatto, carezze, abbracci). Se invertiamo il circolo vizioso della nostra mente inquinata ed inquinante, la paura non avrà più molto spazio in noi, la Terra ringrazierà e il virus, qualsiasi virus, non avrà vita facile.